Giornalisti italiani in Slovacchia, alla scoperta della Regione di Žilina

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L’Associazione Allegra – Turismo in Slovacchia ha co-organizzato nei giorni scorsi con l’Ente turistico della Regione di Žilina un viaggio stampa di giornalisti italiani specializzati in turismo, che hanno passato sei giorni nella regione per scoprirne le bellezze e comunicarle al pubblico italiano. Il gruppo comprendeva redattori sia i grandi quotidiani che di mensili specializzati, periodici free-press e riviste in carta patinata, televisioni regionali e grandi portali di viaggi. Le testate rappresentate hanno notevole visibilità nelle loro rispettive aree: i quattro quotidiani, ad esempio, sono pubblicati globalmente in circa 440.000 copie giornaliere; il portale web conta oltre 2.500.000 di pagine visualizzate mensilmente; il periodico di turismo free-press viene distribuito settimanalmente in 40.000 copie nelle più di cento stazioni della metropolitana di Milano; le due televisioni regionali garantiscono centinaia di migliaia di telespettatori giornalieri, e infine le riviste patinate rappresentate sono stampate nell’insieme in oltre 200.000 copie mensili.

Quella di Žilina è considerata forse la regione più turistica della Slovacchia, con la sua bellezza e varietà di paesaggi, in particolare grazie alle diverse catene montuose che la caratterizzano (Malá Fatra, Veľká Fatra, Bassi Tatra e Tatra Occidentali), montagne che offrono diverse opportunità per gli escursionisti e per chi ama praticare attività sportive e all’aria aperta come sci alpino, sci nordico, golf, trekking, canoa, rafting, alpinismo, pesca e cicloturismo. Ma non mancano certo occasioni per godere di altri interessanti aspetti del territorio regionale di Žilina, dalla cultura all’arte, alla storia con diversi castelli degni di nota, musica folkloristica patrimonio Unesco (come a Terchová), senza dimenticare terme e gastronomia.

I giornalisti italiani hanno avuto l’opportunità di toccare con mano le diverse aree turistiche tradizionali della Regione di Žilina, ognuna caratterizzata da unità culturale e paesaggistica, e approfondire nel corso del viaggio la conoscenza dei loro diversi aspetti.

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Rajecké Teplice, le terme dell’Hotel Aphrodite

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Rajecké Teplice, il nuovo Hotel Aphrodite Palace

Il tour in regione è iniziato con la visita della valle di Rajec, ove scorre il fiume Rajčanka, forse il corso d’acqua ritenuto più puro di tutta la Slovacchia. La valle, che delizia la vista con il suo bel paesaggio incontaminato, è nota per le sue terme – dove domina la località di Rajecké Teplice con il centro terapeutico e benessere dell’Hotel Aphrodite – e il tipico villaggio di Čičmany, le cui antiche case in legno sono decorate con arcaici motivi tradizionali che riprendono i tipici ricami dell’abbigliamento cerimoniale. Čičmany è un eccezionale esempio di architettura, già dichiarato riserva di architettura popolare fin dal 1977, primo caso al mondo. Qui i giornalisti italiani hanno potuto ascoltare alcuni brani della tradizione musicale locale, con canto e accompagnamento di fujara, quella sorta di flauto dal suono caldo e affascinante usato un tempo dai pastori. La fujara può essere lunga fino a due metri, ed è stata inserita nella lista del Patrimonio immateriale Unesco. Nella valle, che è parte della catena dei Malá Fatra, si è visitato anche un camping che offre la possibilità di fare free-climbing sulle Slnečné skaly, le “rocce soleggiate”, rupi a strapiombo composte da dolomie che risalgono al Triassico medio e che sono riserva naturale nazionale.

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Qui e sopra: il villaggio di Čičmany, riserva di architettura popolare dal 1977

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Qui sopra: suonatori di fujara (Patrimonio immateriale Unesco) nel villaggio Čičmany

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Freeclimbing sulle pareti rocciose Slnečné skaly

Proseguendo nella valle, a Rajecká Lesná nei locali adiacenti alla Chiesa della Natività della Vergine Maria, che dal 2002 porta il titolo di Basilica minor, è visitabile un particolare presepe permanente, Slovenský Betlehem. Questa „Betlemme slovacca“ è una grande opera in legno di tiglio intagliato aperta al pubblico nel 1995. A crearla, con 15 anni di lavoro. Fu il maestro intagliatore Jan Pekar, che la pianificò nel 1980 quando andò in pensione. Nel presepe, che misura 8,5 m di lunghezza, 2,5 m di larghezza e 3 m di larghezza, intorno al nucleo centrale della capanna-grotta di Betlemme, sono rappresentate su vari piani prospettici e giustapposti, e mantenendone la posizione geografica (a sinistra le regioni occidentali e a destra quelle orientali del paese) le maggiori città, i villaggi più significativi e le bellezze e tradizioni più note della Slovacchia, con raffigurazioni del lavoro quotidiano tipico di un paese contadino. Oltre a paesaggi, foreste, monumenti, sono effigiate in legno le figure di circa 300 personaggi, uno diverso dall’altro, abbigliati con costumi tradizionali. Metà di essi sono in movimento, con movenze del corpo o anche di singoli arti. Ci sono poi altre decine di movimenti, ad esempio di mezzi, come treni, battelli o carri. È verosimilmente il più grande presepe al mondo in movimento e in legno intagliato. Movimenti che sono garantiti da un complesso sistema meccanico nella ‘pancia’ dell’opera, dove decine di motorini di tergicristalli e altrettante cinghie di trasmissione eseguono i diversi compiti loro assegnati.

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Slovenský Betlehem, botteghe artigiane e vinificazione sui Piccoli Carpazi

La valle Vrátna ha poi portato il gruppo nella zona di Terchová, regno incontrastato del ‘bandito gentiluomo’ Juraj Jánošík, il Robin Hood slovacco conteso anche da cechi e polacchi che all’inizio del ‘700 combatteva i soprusi degli oppressori ungheresi e si vantava di non aver mai ucciso alcuna delle sue vittime. Dopo una breve ma leggendaria carriera nel corso della quale rubava ai ricchi e aristocratici, e donava ai suoi poveri connazionali, Jánošík fu arrestato e giustiziato in modo brutale, infilzato e appeso su un enorme uncino che gli trapassò il fianco sinistro, e lasciato morire. Attraversata la splendida e stretta gola di Tiesňavy, dove le rocce creano un degno e imponente ingresso alla valle, ci si è recati in funivia alla stazione sciistica di Vrátna, passando in pochi minuti da 600 a oltre 1500 metri di altitudine. Da qui partono 14 km di piste dal grande dislivello e si gode di uno splendido panorama. Dalla baita in quota sulla maestosa e ventosissima sella di Snilovské sedlo, si dipartono diversi sentieri per il trekking, e in inverno sono disponibili piste di scialpinismo per un’estensione totale di 19 km. Tra le cime che si dominano da qui vi sono il Chleb (1647 m) e il Veľký Kriváň (1709 m),il picco maggiore dei Malá Fatra e monte simbolico del popolo slovacco.

Terchová, la patria di Juraj Jánošík (Andre Skibinski@Flickr CC-BY-NC)

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La musica tradizionale di Terchová, Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco

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Terchová, la gola di Tiesňavy nella valle Vrátna

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Alla stazione sciistica di Vrátna, da qui partono decine di piste e sentieri

Stazione climatica di Vrátna, mappa estiva (qui la mappa invernale)

Nella regione di Liptov, a farla da padrone in questo press tour è stata la natura rigogliosa della valle Demänova. Dopo l’eccellenza della Grotta della Liberta’ (la più visitata delle decine di grotte aperte al pubblico in Slovacchia), ai giornalisti italiani è stato mostrato quello che è uno dei resort sciistici ed escursionistici top della Slovacchia, Jasná, il cui modernissimo sistema di cabinovie (l’ultima inaugurata due anni fa) e impianti di risalita porta fino a oltre 2000 metri di altitudine, poco sotto la cima del monte Chopok (2024 m), una delle maggiori vette dei Bassi Tatra. Si tratta del più grande comprensorio sciistico invernale in Slovacchia, nato negli anni ’50 e che oggi può gestire fino a 30mila persone all’ora, offrendo infinite opportunità con 45 km di piste su entrambi i versanti – settentrionale e meridionale – del Chopok. In funivia si passa dai 943 metri sul livello del mare della stazione climatica di Jasná fino ai 2004 metri della struttura in quota, inaugurata appena alla fine del 2013. Qui si può usufruire di servizi di ristorazione (incluso un ristorante con panorama a 360°), bar, caffetterie e persino un hotel. Questo, il Rotunda “Million Star” Hotel, è l’albergo più elevato della Slovacchia. Dalle finestre delle cinque camere disponibili (arredate con stile e con diversi allestimenti, sia per gli ospiti più esigenti che per chi ama il sapore del tipico rifugio alpino) i pochi fortunati possono godere di un panorama eccezionale. E nella “hall” si può degustare a piacere una vasta quantità di tipi di rhum.

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Valle Demänova, Grotta della Liberta’

Stratificazioni all’interno della Grotta della Liberta’

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Passaggio spettacolare tra le colonne formate in milioni di anni

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Jasná, ristorante Rotunda (2008 m slm) con vista sul Chopok (foto jasna.sk)

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Jasná, colazione all’Hotel Rotunda Millon Star (foto jasna.sk)

Jasná, mappa estiva (qui la mappa invernale)

Sempre nel territorio di Liptov, ci si è immersi nella storia di un piccolo villaggio con le case in legno, ritinteggiate due volte all’anno in colori pastello, che è diventato il primo sito Patrimonio dell’Umanità in una Slovacchia appena divenuta indipendente. Fu nel 1993 che l’Unesco inserì l’abitato di Vlkolínec nella lista del Patrimonio mondiale, mettendo sotto protezione 45 delle sue casette costruite in un tipico stile popolare centroeuropeo. Come dice la stessa motivazione dell’Unesco per il riconoscimento, si tratta del “gruppo più completo della regione di questo tipo di case di legno tradizionali, che spesso si trovano in zone montane”.

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Villaggio di Vlkolínec, Patrimonio Unesco dal 1993

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Villaggio di Vlkolínec, Patrimonio Unesco dal 1993 (Eilam-Gil@flickr_CC)

Ma non è tutto, ci si è lasciati andare anche alle specialità della gastronomia regionale, facendo anche un’escursione tra i formaggi e le preparazioni tradizionali del Salaš Krajinka, vicino a Ružomberok. E un generoso assaggio di birre artigianali, dopo averne scoperto i segreti produttivi, è stato possibile nella birreria a conduzione famigliare Pivovar Brontvai, che offre anche una ristorazione curata e una calda ospitalità in un antico edificio in legno ben restaurato nella splendida valle di Kvačiany, a nord del lago Liptovská Mara.

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Il forno del Salaš Krajinka dove si preparano pane e dolci freschi tutto il giorno

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Un assaggio di formaggi tipici di produzione propria del  Salaš Krajinka

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Pasto ‘contadino’ al  Salaš Krajinka

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La locanda Pivovar Brontvai, con bar-ristorante e alcune camere molto curate

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La produzione di birre artigianali del microbirrificio famigliare Pivovar Brontvai

Nella valle del fiume Orava, e nella micro regione omonima, gli italiani hanno potuto visitare il magnifico Castello di Orava, location già conosciuta dal cinema degli albori, scelta da Wilhelm Murnau quasi cento anni fa per girarvi alcune scene del suo Nosferatu, la prima mitica versione del vampiro Dracula nel cinema, un vero classico. È proprio Nosferatu a fare capolino da un angolo della corte del castello, dando il “benvenuto” ai visitatori. Sotto al castello, in un tratto apparentemente tranquillo del fiume Orava, ma che in realtà nasconde diverse insidie, gli intrepidi italiani hanno anche sperimentato la tradizionale navigazione su zattera, un mezzo un tempo utilizzato dai locali per portare merci fino al Mar Nero, seguendo la valle del fiume Vah e poi il Danubio fino alla sua foce. Un viaggio che, in favore di corrente, durava circa 10 giorni con zattere lunghe fino a 30 metri, a seconda dell’estensione dei tronchi presi dalla foresta locale. La giornata “oraviana” si è conclusa in una tipica Koliba a Zuberec, dove un gruppo folkloristico ha fatto un excursus delle diverse anime della musica tradizionale e dei costumi del posto.

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Qui sopra e sotto, il Castello di Orava

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Il Castello di Orava. Da una porta fa capolino Nosferatu

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In zattera sul fiume Orava (foto Ente turismo regionale di Zilina)

Infine, si è fatta un’incursione nel territorio della regione tradizionale di Kysuce, che confina a ovest con la Moravia, dunque la Repubblica Ceca, e a nord con la Slesia, Polonia. Qui chi ha voluto, nonostante un clima freddo, umido e non proprio invitante, ha potuto saggiare il bagno nelle tinozze riscaldate all’aperto del Sudopark di Klokočov, una specialità nordica che è novità assoluta per la Slovacchia, voluta da alcuni amici che hanno restaurato un vecchio villaggio abbandonato nel mezzo della foresta e hanno in pochi anni costruito nuove baite eleganti e ben inserite nella natura circostante, costruendo un complesso di stile country in una zona naturale protetta. Ci si è poi recati sulle montagne più alte di Kysuce, ai piedi del resort sciistico di Oščadnica Veľká Rača, un paio di chilometri dal confine polacco. La stazione in quota si trova a 1050 metri di altitudine, e ci sono 14 km di piste da discesa a disposizione con impianti di risalita che possono gestire circa 10 mila persone ogni ora. Ricca è anche l’offerta per il turismo estivo. Qui i rappresentanti dei media italiani hanno potuto godere dell’accoglienza di un albergatore locale, Lubomír Kubla, che ha reso la cena all’Hotel Marlene memorabile grazie alla sua maestria nel circuire l’ospite e affascinarlo con giochi, intrattenimento, un savoir faire campagnolo e accattivante e molta attenzione per il cliente, un atteggiamento che non potrà che piacere agli eventuali turisti italiani.

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Il Sudopark a Klokočov, bagno tutto l’anno nelle tinozze riscaldate

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Il Sudopark a Klokočov, un villaggio restaurato con bei cottages per il soggiorno

L’Hotel Marlene a Oščadnica Veľká Rača

Questo progetto è stato fortemente voluto da Associazione Allegra, che ringrazia l’Ente regionale di Žilina per averci creduto, con l’intento di iniziare un percorso di promozione turistica di grande portata e aiutare il pubblico italiano a conoscere le numerose e affascinanti ricchezze turistiche, naturalistiche e storico-artistiche della Slovacchia. Allegra gestisce da anni il sito Turismo Slovacchia, il più ricco sul turismo slovacco in lingua italiana.

Tutte le foto sono si Turismo Slovacchia / Allegra o.z. tranne quelle debitamente segnalate. Foto sotto al titolo: Liptov, ZTK Ente turismo regionale di Zilina