Itinerario: La Strada del Vino Tokaj (Tokajská vínna cesta)

La regione vinicola del Tokaj è a cavallo del confine slovacco-ungherese. In territorio slovacco si estende per una piccola zona nella Regione di Kosice, divenuta cecoslovacca con il Trattato del Trianon dopo la Prima Guerra mondiale. I vigneti slovacchi di Tokaj occupano un’area coltivata di circa 565 ettari, diffusi in sette comuni, solo una frazione della più vasta area di 5.500 ettari che si dispiega nell’Ungheria nord-orientale. Per il riconoscimento della denominazione d’origine i vinificatori slovacchi si attengono ai protocolli di produzione e di qualità fissati dagli ungheresi, e la denominazione Tokaj è stata concordata con questi ultimi nel 2004 in occasione dell’ingresso dei due paesi nell’Unione Europea, dopo una disputa durata quasi cinque decenni (dal 1958). L’ingresso in UE portò anche al riconoscimento della denominaziona di origine protetta (DOP). In Slovacchia il vino assume la denominazione “Tokajské víno”. Nella regione di Tokaj si producono diversi vini, che possono essere secchi, dolci o abboccati.

La regione vinicola del Tokaj (la cui parte ungherese è Patrimonio dell’umanità Unesco, mentre la Slovacchia ne sta preparando la candidatura), è una zona geograficamente racchiusa nel bacino del fiume Bodrog, e confina a nord – in Slovacchia – con le colline Zemplínske vrchy di cui il Rozhľadňa è la cima più alta (469 m), mentre a sud – in Ungheria – è delimitata dalla confluenza del Tibisco (Tisza) e del Bodrog. In Slovacchia la zona delimitata per legge, che giace nella regione turistica dello Zemplín Inferiore, è di 907 ettari totali (evidenziata in colore rosso sulla mappa). È la più piccola regione vinicola non solo in Slovacchia, ma anche nel mondo.

È anche una delle sole cinque regioni del mondo dove è possibile coltivare uve per la produzione di vini dolci naturali grazie a particolari aspetti del microclima locale e al suolo argilloso, con un sottosuolo di rocce vulcaniche che accumulano il calore del sole e lo trattengono rilasciandolo con molta gradualità. Permettendo ad esempio di fare una vendemmia tardiva a dicembre delle uve di Furmint, che, attaccate dalla nobile muffa Botrytis cinerea, si asciugano concentrando zuccheri e aromi, creando le basi per un vino Tokaj výber dolce da dessert (aszú in ungherese) di qualità. La resa massima dei vigneti per l’attribuzione del marchio Tokaj è fissata a 9.500 kg di uva per ettaro. Se è superiore, l’intera vendemmia deve essere messa sul mercato sotto il nome di vino da tavola.

In Slovacchia sono interessati alla produzione sette villaggi nel distretto di Trebišov: Bara, Čerhov, Černochov, Malá Tŕňa, Slovenské Nové Mesto, Veľká Tŕňa e Viničky. Questa zona produce vino solamente da tre vitigni storici: Lipovina, Furmint e Moscato Giallo (Muškát žltý). Si tratta di una delle aree più calde del paese, una caratteristica che aumenta la qualità dei vini prodotti. In determinati anni il sole riscalda i vigneti di Tokaj fino a 2.200 ore all’anno.

La Strada del Vino Tokaj (Tokajská vínna cesta) è stata creata in Slovacchia nel 2008, e percorre attraverso i sette comuni i diversi coltivatori e produttori di vino, cantine, wine-bar ed enoteche, e i monumenti storici e culturali. Una vera rarità della Strada del Vino Tokaj sono le cantine medievali scavate nel tufo vulcanico, in particolare quelle nel territorio dei villaggi Malá Tŕňa, Veľká Tŕňa e Viničky, dove si può degustare il vino insieme a specialità gastronomiche locali. Le cantine sono state scavate in gran parte nel periodo delle guerre turche, nel XVI-XVII secolo, e fungevano come rifugio per persone e proprietà per sfuggire alle incursioni delle soldataglie. Il vasto sistema di cantine sotterranee garantisce una temperatura costante di circa 12° C e un’umidità attorno al 95%, condizioni ideali per la maturazione e l’invecchiamento delle varietà di Tokaj.

Foto Wikimedia

Le origini della coltivazione vinicola risalgono alla dominazione Romana della Pannonia (III secolo a.C.), e dopo il crollo dell’Impero fu proseguita dagli Slavi (488 d.C.). Quando gli ungheresi, sotto la guida di Almus e suo figlio Arpad, arrivarono nella regione nell’anno 894 d.C. trovarono la viticoltura già ben sviluppata. A testimoniare questo c’è una storia del duca Turzol che racconta ad Arpad dei suoi bellissimi vigneti sui pendii intorno alla confluenza dei fiumi Bodrog e Tibisco. Il nome del villaggio Tokaj e dell’omonima montagna è quindi di origine Slava. Fonti storiche affermano che il nome deriva dalla vecchia parola slava “stokaj”, che metaforicamente significava in origine la confluenza di due fiumi.

Ci sono prove certe che gli slovacchi e i ruteni fossero coinvolti nella viticoltura a partire dal XII secolo. Nel 1241 li sviluppo dell’area (e della sua viticoltura) fu arrestato dalle armate dei Tartari, che quasi sterminarono la popolazione dell’intera regione. Il merito dello sviluppo della lavorazione del vino sarebbe attribuito a coloni italiani (forse da Bari e Formini – da cui il nome del vitigno Furmint – ma altri storici dicono che furono coloni francesi) arrivati su invito del re d’Ungheria nel XIII e XIV secolo, che portarono nuove conoscenze e una varietà di base del vino Tokaj, il Furmint. La regione fu occupata dai Turchi nel 1528 e rimase sotto controllo ottomano per 170 anni. La maggior parte delle cantine del villaggio di Mala Tŕňa provengono da questo periodo.

La tecnologia di vinificazione è stata progressivamente migliorata nel corso del tempo, e il metodo di produrre vini esclusivi con la “muffa nobile” Botrytis cinerea è stato descritto per la prima volta negli anni ’30 del XVII secolo da Laczkó Máté Sepsi, nativo di Moldava nad Bodvou. La prima legge che interessò la regione del Tokaj risale al 1655.

Tokaj_(SACR.sk)

Cantine di vino Tokaj (Foto Ente turismo slovacco-sacr.sk)

Proprio a partire dal XVII secolo il Tokaj divenne un prodotto importante per la regione e la sua esportazione fu tra le principali sorgenti di reddito del principe di Transilvania Francesco II Rákóczi, cui la regione apparteneva, e che svolse un ruolo fondamentale nella promozione del vino in Francia. L’incasso delle vendite del rinomato Tokaji Aszú finanziò addirittura la guerra d’indipendenza dal dominio Asburgico. Nel XVIII secolo il Tokaj raggiunse la massima floridezza con Polonia e Russia che ne erano diventati i maggiori importatori. Al punto che gli imperatori russi mantennero una colonia in zona solo per garantirsi forniture costanti alla corte Imperiale.

Un decreto reale dell’imperatore Carlo VI (re d’Ungheria) istituì nel 1737 un distretto produttivo chiuso nella regione Tokaj, il primo sistema al mondo di denominazione del vino. La classificazione dei vigneti iniziò nel 1730 e fu completata dai censimenti nazionali del 1765 e 1772, quando si arrivò a una vera e propria classificazione di merito in ‘cruoltre 80 anni prima dei famosi grands crus classés del Médoc.

La spartizione della Polonia del 1795 e la conseguente imposizione di dazi diedero un duro colpo all’esportazione di Tokaj facendo iniziare il declino economico della regione. In seguito, un’epidemia di filossera distrusse nel 1885 gran parte dei vigneti. Un quarto di secolo più tardi, il Trattato di Trianon fa perdere nel 1920 all’Ungheria i due terzi del suo territorio (e una piccola parte della zona del Tokaj divenuta slovacca), tagliando i ponti tra i produttori ed il mercato interno. L’era comunista fece il resto, con un peggioramento della qualità e nella reputazione del Tokaj. Al tempo del comunismo i governi slovacchi e ungheresi giunsero al comune accordo di utilizzare i nomi Pilsner e Tokaj. Il governo ungherese rinunciò da quel momento al nome Pilsner, mentre il governo slovacco sacrificò il nome Tokaj.

Dal 1990, ritornata la democrazia nell’ex blocco centro-orientale, arrivarono nell’area ingenti investimenti stranieri creando quella che fu definita la Rinascita del Tokaj.

Foto Jan Sokoly@Flickr

Il Tokaj non poteva mancare sulle tavole di re, imperatori e principi, ai quali spesso il vino veniva donato dai monarchi ungheresi. Il re di Francia Luigi XIV (il Re Sole), che ebbe occasione di centellinare con gusto una partita di bottiglie ricevute in dono nel 1703 dal principe Rákóczi, lo definì «Vino dei Re, Re dei Vini» (Vinum Regum, Rex Vinorum). Tra gli estimatori del Tokaj pare siano stati Voltaire, Cromwell, Napoleone, Rousseau, Papa Giulio II (il papa guerriero che incaricò Michelangelo di affrescare la Sistina), l’Ariosto e Marsilio Ficino.

Del vino Tokaj si dice storicamente che sia l’elisir di eterna giovinezza. Si dice anche che abbia poteri curativi, che Paracelso avrebbe dimostrato. Il Tokaj veniva definito “Universalis Vera Medicinae”, indicato in particolare per anemia, affaticamento e disturbi nervosi. Alla fine degli anni ’90 del secolo scorso vennero fatte analisi approfondite dei vini Tokaj slovacchi presso il Laboratorio di Farmacologia e Biochimica della Facoltà di Medicina dell’Università Comenius di Bratislava. I risultati dimostrarono che un basso consumo di vino Tokaj è molto utile per l’organismo umano. Gli effetti benefici sul corpo umano si basano su contenuti unici di vitamine (A, D, E), sali minerali (magnesio, potasssio) e antiossidanti presenti nel vino.

tokaj_(haynes 2760604517@flickr)
Foto Charles Haynes @wiki

Il vino prodotto nella regione Tokaj è suddivisa in due grandi famiglie e diverse qualita’:

1 – Vino di qualità originario della regione del vino Tokaj (Akostné víno pochádzajúce z vinohradníckej oblasti Tokaj):
Tokajský furmint
Tokajská lipovina
Tokajský muškát žltý (moscato giallo)

2 – Vino Tokaj (Tokajské víno):
Tokajské samorodné suché (secco)
Tokajské samorodné sladké (dolce)
Tokajský výber 3-putňový (Tokay Selezione), vino dolce da dessert
Tokajský výber 4-putňový
Tokajský výber 5-putňový
Tokajský výber 6-putňový
Tokajská výberová esencia
Tokajská esencia
Tokajský mášláš
Tokajský forditáš

In ungherese výber si dice aszú, e qualifica il tipo di Tokaj più conosciuto nel mondo. La classificazione in numero di putňa (da 2 a 6) indica il numero di ceste di uva appassita da circa 25 kg (la putňa, appunto), che vengono aggiunte ad un tino di 140 kg totali contenente normale mosto. I vini più importanti hanno un numero di putňa maggiore (l’esencia arriva a 8) e arrivano in alcuni casi a 400 g/litro di residuo zuccherino. Il Tokaj samorodné, che significa “così come viene”, è invece un vino base prodotto senza l’aggiunta di uve výber (aszù), cioé non attaccate dalla Botrytis cinerea. Può variare da secco (suché) a dolce (sladké).

Il Tokaj ha un colore unico, quasi ambrato, e appartiene al gruppo dei vini bianchi. I vini Tokaj sono una miscela di vitigni così composta: Furmint 65%, Lipovina 25% e Moscato giallo 10%. La produzione dei Tokaj classici si basa sul processo di ossidazione. Il mosto fermenta in piccole botti di legno in presenza di ossigeno. Una volta finito, il vino viene lasciato invecchiare in botti di rovere, nelle classiche cantine di tufo, con umidità altissima. Il prodotto finale contiene almeno 90 g di zucchero residuo.

Foto Jan Sokoly@Flickr


La disputa con gli ungheresi sull’uso del nome Tokaj in Slovacchia ha visto uno sviluppo positivo all’inizio del 2014. Secondo Buongiorno Slovacchia, la Corte di giustizia europea con sede a Lussemburgo ha deliberato che la presenza del nome slovacco del vino “Vinohradnícka oblasť Tokaj” nel registro E- Bacchus delle denominazioni di origine protette «non costituisce un atto impugnabile». Tale iscrizione, effettuata sulla base di un regime transitorio, non può essere rimessa in discussione davanti ai giudici dell’Unione. La Corte UE ha dunque restpinto integralmente l’impugnazione da parte dell’Ungheria. La Commissione Europea aveva a aggiunto l’appellativo al registro dopo che la Slovacchia aveva chiesto di inserirlo tra le denominazioni di origine protette sulla lista dei vini di qualità prodotti in determinate regioni. A questa mossa l’Ungheria aveva interposto appello, ma la Corte di giustizia ha respinto il ricorso il 13 febbraio 2014. L’Ungheria ritiene che la designazione della Slovacchia debba essere cancellata dalla lista, sostenendo che in origine veniva utilizzato il nome “Tokajská vinohradnícka oblast“. Il nome era stato registrato dalla Slovacchia nel 2006-2007, mentre il nuovo nome è stato registrato solo più tardi, nel 2009, dicendo che il nome precedente era un errore. La Commissione ha riconosciuto il cambio e registrato il nuovo nome.

Le regioni vinicole in Slovacchia (Wikimedia) – clicca per zoomare

 

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Associazione Strada del Vino Tokaj
Ul. SNP, 1049/76
Trebišov
Tel.: +421 56 672 56 20
E-mail: tvc@tvc.sk
Web: www.tvc.sk

Foto: 1) Thomas Hackl@Flickr, 2)  3) grafica TurismoSlovacchia, 4) Wikimedia Commons, 5) Ente turismo slovacco sacr.sk, 6) Jan Sokoly@Flickr, 7) Nathanael Hevelone@Flickr, 8) e 9) Jan Sokoly@Flickr, 10) Charles Haynes@wiki, 11)  Wikimedia Commons, 10) Mappa Strada del Vino Tokaj, www.tvc.sk

Testo: Turismo Slovacchia, fonti slovakia.travel, tvc.sk, wikipedia, tokaj.sk e altri