Bardejov

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Sito Unesco: Riserva di conservazione della città di Bardejov
Data d’iscrizione: 2000

 

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Bardejov (tedesco: Bartfeld, ungherese: Bártfa, Rusyn: Бардеёв, polacco: Bardiów) è una città nel nord-est della Slovacchia. Si trova nella regione storica di Šariš, su una terrazza alluvionale del fiume Topla, sulle colline dei Monti Beskyd. Presenta numerosi monumenti culturali nel centro del suo borgo medievale completamente intatto. La città, con una popolazione di circa 30.000 abitanti, è capoluogo del distretto omonimo nella regione amministrativa di Prešov ed è uno dei siti slovacchi Patrimonio dell’UNESCO.

Foto sopra: traveltipy.com cc-by 2.0  

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Foto Hynek Moravec cc-by-sa-2.5   

Il territorio di Bardejov ha attirato coloni sin dall’età della pietra, e le tracce più antiche di insediamenti umani risalgono a circa 20.000 anni fa. Il primo riferimento scritto alla città risale al 1247. A quel tempo si parla anche di coloni tedeschi provenienti dal vicino territorio di Prešov. Nel 1320 il re Carlo Roberto concesse ampi privilegi alla città, che rapidamente cominciò a crescere, in particolare per quanto riguarda attività come il commercio, l’agricoltura e l’artigianato. Nel 1352 la città ottenne il privilegio di tenere una fiera annuale (jarmok) dedicata a Sant’Egidio nel mese di settembre, e di ricostruire e fortificare la città con un completo circuito di mura. Nel 1376, re Ladislao I concesse a Bardejov lo status di libera città reale.

Allora, più di 50 corporazioni controllavano la fiorente economia cittadina. Re Zigmund del Lussemburgo concesse nel 1402 alla città i privilegi di magazzinaggio per le merci introdotte qui dai mercanti russi e polacchi. Una seconda fase di fortificazione fu portata a termine tra il 1420 e il 1474. Nel XV secolo a Bardejov c’erano circa 500 case e una popolazione di 3.000 persone. L’attività principale era la produzione e vendita di biancheria. Al tempo, nell’attuale territorio della Slovacchia solo le città di Bratislava, Košice e Levoča avevano un numero di artigiani e corporazioni (gilde) superiore a Bardejov. A questo periodo risale la costruzione di diverse importanti strutture monumentali, tra le quali il monastero e la chiesa dell’ordine agostiniano. Oltre a un mattatoio e un bagno pubblico, esistevano tra gli altri anche mulini, cantine, segherie, costruzioni in muratura, filande, magazzini di biancheria, una fabbrica di birra e un carcere.

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Foto Jurek Adamski cc-by-nc-nd   

All’inizio del XVI secolo in città si costruì una scuola latina, dove durante la Riforma insegnò anche un discepolo di Martin Lutero, l’acclamato umanista Leonard Stockel (denominato il Maestro d’Ungheria). La scuola divenne presto un importante centro di istruzione nella parte nord-orientale dell’allora Regno d’Ungheria, che serviva non solo alla popolazione di lingua tedesca ma anche ai protestanti slovacchi. A Bardejov, nella tipografia Gutgesell, fu stampato nel 1581 (primo libro in ceco biblico) il Catechismo di Lutero. Sempre all’inizio del secolo fu eretto il municipio, e furono finite le mura, circondate da un fossato riempito d’acqua. Alla fine del XVI secolo si fa risalire la fine dell’età dell’oro della città, con l’inizio di un’epoca di recessione, guerre e pandemie. Nel XVII secolo la città e il suo territorio fu saccheggiato, e portò la sua popolazione sull’orlo della povertà. Nel 1710 la peste decimò le popolazione, e tedeschi e ungheresi vennero lentamente sostituiti da abitanti slovacchi. Solo nel XVIII secolo la situazione iniziò a migliorare, quando arrivarono in gran numero slovacchi ed ebrei chassidici (un movimento di rinnovamento dell’ebraismo ortodosso che si sviluppò tra gli ebrei ashkenaziti del tempo), riportando la popolazione ai livelli di due secoli prima. Le case borghesi vennero ricostruite o modificate secondo le mode architettoniche contemporanee, e nella periferia nord-occidentale di Bardejov sorse un quartiere ebraico con sinagoga, mattatoio e bagni rituali. Nello stesso periodo furono erette anche nuove chiese, ponti e altre costruzioni.

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Foto Carsten Toll cc-by-nc-nd   

Nel XIX secolo la città continuò a prosperare, grazie a grandi progetti di industrializzazione della regione. Nel 1893 fu inaugurata una ferrovia che collegava Bardejov a Prešov. Dopo la creazione della Repubblica Cecoslovacca, nel 1918, la città ebbe una nuova recessione divenendo una arretrata regione agricola. Un ulteriore peggioramento della situazione economica si ebbe con la seconda guerra mondiale, che comunque non fece troppi danni. Nel 1950 Bardejov fu dichiarata città protetta e ne fu iniziato il restauro. Nel 1986, poco prima della caduta del comunismo, la città ricevette (prima città in Cecoslovacchia) la medaglia d’oro europea dell’International Board of Trustees ad Amburgo.

Nel 2000 Bardejov è stata inserita dall’UNESCO nella lista del Patrimonio mondiale, grazie al sobborgo ebraico e al centro storico intatto.

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Foto izarbeltza cc-by-sa2.0

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

Monumenti

Bardejov è dominata dalla monumentale Chiesa di Sant’Egidio, menzionata per la prima volta nel 1247 e completata nel 1464 nelle forme di basilica a tre navate con cappelle multiple. Nella chiesa, che porta il titolo di basilica minore, sono undici preziosi altari gotici con dipinti su tavola. La chiesa è, dal punto di vista architettonico, il più importante monumento nazionale in Slovacchia. La basilica è un capolavoro di architettura tardo-gotica della Slovacchia orientale.

La Basilica di Sant’Egidio (Bazilika svätého Egídia)

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

Intorno al 1206 monaci cistercensi polacchi crearono in loco un monastero dedicato a Sant’Egidio. A metà del XIV secolo iniziò la costruzione della chiesa, che nel 1427 è documentata come basilica a tre navate con arcate semplici. La prova dell’esistenza di un edificio precedente si trova nelle sculture sull’altare di S. Anna, che risalgono al 1390-1400. Nel 1448 partì una ricostruzione e ampliamento del tempio, cui il costruttore reale, Štefán da Košice, aggiunse il coro, la sagrestia e la tribuna, conosciuta come Cappella di Santa Caterina. La costruzione del santuario si concluse con le nuove volte nel 1464, e un anno dopo fu costruito il nuovo presbiterio. Nell’anno 1466 il Maestro Giacomo di Sacz realizzò un altare maggiore gotico. L’unica scultura rimasta dalla struttura originale si trova nella Cappella della Vergine Maria. Nello stesso periodo fu eretto anche un battistero in bronzo. Negli anni 1482-1486 vennero annesse tre cappelle sul lato meridionale: S. Elisabetta, S. Andrea e la Cappella della Vergine Maria. Nel 1486 fu posta la prima campana nella chiesa, “Jan”. Nel 1584  il polacco Jan di Tarnow creò la campana “Urban”, una delle più grandi in Slovacchia, del peso di 4 tonnellate.


Foto FeroIrman cc-by-nc-nd 3.0   


Foto Miroslav Petrasko cc-by-nc-nd 2.0   

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto Pierre Bona cc-by-sa   

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Foto NataliaJuskova@wiki   

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Foto Mister No cc-by 3.0   

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Foto Katalin Bólya cc-by-sa   

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Foto Katalin Bólya cc-by-sa   

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La statua di San Floriano davanti alla basilica – Foto Waldemar S cc-by-nc-nd 3.0   

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

Nel 1521, i maestri Jan Kraus e Jan Emerici decorarono il primo piano dell’esterno della torre, in particolare il lato sud, con un affresco di Santo Stefano, primo re ungherese. Nel 1564 i maestri italiani Luigi e Bernardo Pel di Lugano ristrutturarono la facciata sud in stile rinascimentale, e rifecero tre cappelle e un portale per creare un complesso architettonico unico. Diversi incendi, terremoti e altri disastri si susseguirono nei secoli. Una statua in pietra di S. Floriano, il santo patrono dei vigili del fuoco in stile tardobarocco fu eretta davanti alla basilica di Sant’Egidio in memoria delle fiamme che il 27 maggio 1774 distrussero diverse case in città e lambirono parzialmente la basilica. La chiesa subì poi un’ampia ristrutturazione dopo un successivo incendio in cui tutta la città finì quasi completamente bruciata il Lunedi di Pasqua del 1878. L’interno fu dotato di un altare neo-gotico e del pulpito, oltre che della facciata come la si vede oggi. Per la ricostruzione della facciata ci sono voluti 20 anni. Nel XX secolo furono fatti altri miglioramenti architetturali.

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Foto KLMircea cc-by-sa 2.0   

Nel 1990 le due campane “Urban” e “John” si ruppero e la seconda fu sostituita con la nuova campana “Jozef” di 700 kg. Allo stesso tempo, la chiesa fu promossa a “basilica“. La torre campanaria è stata completata in stile neo-gotico della fine del XIX secolo. Con i suoi 76 metri è uno dei più alti campanili in Slovacchia. Ha sei piani, separati l’uno dall’altro da cornici in pietra. Al quarto piano sta la campana “Jozef”, e il quinto serve per il meccanismo dell’orologio, mentre al sesto e ultimo piano è una balconata in legno sormontata da un tetto piramidale e una croce in metallo di quattro metri di altezza. Tutta la chiesa è illuminata da alte finestre a vetrate gotiche, per lo più a tre parti; i vetri delle finestre sono stati sostituiti nel XIX secolo. Il lato sud è decorata da una scultura in pietra ornamentale di San Floriano.


Foto pistaluka cc-by-nc-nd 3.0   

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Foto Mister No cc-by 3.0  

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Foto Rafal Bigda cc-by-nc-nd 3.0   

L’antico municipio, ora Museo di Šariš

Al centro della Piazza centrale (in slovacco: Radničné námestie), un tempo mercato medievale della città, ora circondata da case borghesi ben conservate in stile gotico e rinascimentale, regna solitario e incontrastato l’edificio del municipio, costruito nel 1505. La parte inferiore è in stile gotico, mentre la parte superiore fu terminata in stile rinascimentale. Fu la sede del consiglio comunale e anche il centro della vita economica, sociale e culturale della città, e nel 1903 fu riadattato per divenire il Museo della Contea di Šariš (Múzeum Šarišskej župy, oggi Šarišské múzeum Bardejov), il più antico museo in Slovacchia.

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto dracoQQQ cc-by 3.0   

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Foto Tadeusz Kozik cc-by-nc-nd 3.0   

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Foto Juraj Mačák cc-by-nd 3.0   


Foto KLMircea cc-by-sa   

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Foto dracoQQQ cc-by 3.0   

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Foto: Museo, sezione icone Waldemar S cc-by-nc-nd 3.0   

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Le mura

Il sistema di fortificazione e le mura della città risalgono ai secoli XIV e XV, e sono descritte nell’elenco del Fondo Europeo per i Beni Culturali come una delle più elaborate e meglio conservate fortificazioni medioevali in Slovacchia.

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto Juraj Mačák cc-by-nd 3.0   

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Foto Mister No cc-by 3.0   

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Foto Mister No cc-by 3.0   


I bastioni – Foto di Miroslav Petrasko cc-by-nc-nd 2.0   

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Gli altri monumenti

Altri edifici notevoli sono:

La Chiesa di San Giovanni Battista fu costruita nel 1380 dagli Agostiniani e accanto furono eretti gli edifici monastici in più fasi, insieme alla ricostruzione della chiesa, e intorno all’anno 1430 ricevettero la denominazione di monastero. Fino al 1528, quando gli Agostiniani furono espulsi dalla città, era la Chiesa dell’Ordine di San Agostino. Dopo un incendio nel 1534 rimase abbandonata e il monastero fungeva da granaio per la città. Dalla metà del XVII° secolo la chiesa fu utilizzata dagli slovacchi di fede evangelica. Dopo il 1686 l’interno della chiesa fu ricattolicizzato e con il monastero fu preso in carico dai Francescani, che allargarono la chiesa e rifecero le volte. L’aspetto attuale della chiesa risale al 1878, la volta è gotica, la navata barocca. Gli arredi interni sono in stile neogotico, parte della decorazione è in stile barocco.

La Chiesa luterana della Confessione di Augusta, eretta nel periodo successivo alla concessione dell’imperatore Giuseppe II appena a nord delle mura del centro della città negli anni 1798-1808. L’edificio è dedicato a S. Cirillo e Metodio ed è in stile classicista con l’interno neogotico della seconda metà del XIX° secolo.

Calvario – Chiesa della Croce Santa. Posta sulla collina ad est della città con uno splendido scenario, la chiesa è in stile eclettico storicista con una facciata dal disegno distintivo. L’intero complesso del Calvario, percorso delle stazioni della Via Crucis che include una serie di cappelle, è stato costruito negli anni 1863-1869 dall’allora parroco di Bardejov, Edward Kacvinsky, che vi è anche sepolto. La chiesa è a navata unica, e l’altare maggiore porta una pala che rappresenta la Deposizione dalla Croce, del 1868. Nel complesso si trova un cimitero in cui sono sepolti personaggi famosi di Bardejov come il sacerdote e sindaco Gejza Žebrácky, il cartografo ungherese Jozef Homolka, il naturalista Kornel Chyzer e molti altri.

La Chiesa greco-cattolica dei Santi Pietro e Paolo, edificio eclettico degli anni 1901-1902, costruito nel fosso delle fortificazioni a sud-ovest del centro storico della città. Sulla facciata sono prevalenti elementi neoromanici. La chiesa è a navata unica longitudinale, con il presbiterio poligonale, con il soffitto a volta. L’altare maggiore è dell’anno 1903, l’iconostasi del 1914. La chiesa è dedicata ai Santi Pietro e Paolo, e serve i fedeli cattolici di rito orientale che immigrarono a Bardejov per lo più dai vicini villaggi ruteni.

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Chiesa greco-cattolica SS. Pietro e Paolo – Foto dracoQQQ cc-by 3.0   

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Chiesa dei Francescani – Foto Jozef Kotulič cc-by-sa 3.0   

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Vista sulla Chiesa della Croce Santa dalla piazza – Foto Jeff Hart cc-by   

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La collina del Calvario, con la Chiesa della Croce Sante – Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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La vecchia scuola umanistica (a sinistra) – Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   

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Foto János Korom Dr. cc-by-sa 2.0   


Foto KLMircea cc-by-sa   

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Foto Rapas CC0/Public domain   

 

Tracce ebraiche

La presenza di ebrei a Bardejov risale al Medioevo. Espulsi nel 1631, gli ebrei galiziani ritornarono in città alla metà del XVIII secolo. Discendenti della dinastia chassidica galiziana fondata dal rabbino Chaim Halberstam, vivevano a nord est del mercato cittadino e inizialmente lavoravano come contadini nei villaggi vicini. Nel 1806 iniziarono la costruzione di edifici per la loro comunità, finendo per erigere un fiorente complesso indipendente progettato in base al regolamento talmudico, che comprendeva una grande sinagoga (1830), un edificio congregazionale, un macello e un bagno rituale. Nel 1869 furono abolite alcune restrizioni contro gli ebrei e gli ebrei crebbero fino a 1.011 componenti su una popolazione totale di 5.307 abitanti. La maggior parte di loro erano proprietari di negozi, imprenditori e artigiani. Nel 1900 fu aperta una tipografia ebraica, tra le ultime installate in Europa prima dell’Olocausto, dove due presse fino al 1938 stamparono oltre 100 volumi, quasi esclusivamente testi rabbinici o chassidici.

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Quartiere ebraico, il Suburbium prima del restauro – Foto Henryk Żychowski cc-by-3.0   

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Quartiere ebraico, il Suburbium prima del restauro – Foto suburbiumbardejov.sk   

Nel 1919 la popolazione ebraica di Bardejov aveva raggiunto 2.119 abitanti, con 40 insediamenti intorno al quartiere ebraico, uniti sotto il rabbinato locale. Numerose erano le sinagoghe in città, e la maggior parte degli ebrei seguivano uno stile di vita ortodosso, anche se i loro bambini frequentavano le scuole pubbliche e diversi adulti erano impegnati come consiglieri comunali. Nel 1940 a molti di loro fu impedita l’attività commerciale da parte dello Stato slovacco. Dal 1942 circa 2.100 ebrei da Bardejov e dalle zone circostanti furono deportati ad Auschwitz e a Lublino (usati per i lavori forzati o deportati). Molti di loro non tornarono più. Dopo la liberazione da parte dell’esercito sovietico nel gennaio 1945, la città divenne centro per i rifugiati ebrei e per l’emigrazione in Palestina. Nel 1949 gli ebrei rimanenti a Bardejov, circa 200, ricostruirono una loro piccola comunità. Oggi, secondo il locale Comitato ebraico per la conservazione, non vivono più ebrei in città.

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Sinagoga Chevra Bikur Cholim – Foto suburbiumbardejov.sk   

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La vecchia scuola ebraica – Foto suburbiumbardejov.sk   

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Cimitero ebraico – Foto suburbiumbardejov.sk

Bardejovské Kúpele – Terme di Bardejov

A circa 2,5 km a nord del centro cittadino si trova la storica stazione termale Bardejovské Kúpele, le cui sorgenti di acque minerali sono utili a terapie oncologiche, per la circolazione sanguigna e problemi del tratto digerente. La prima menzione della località come stazione termale risale al 1247, durante il regno del re ungherese Béla IV. Nel XV secolo il centro termale iniziò ad essere usato per regolari trattamenti, e la sua reputazione si estendeva fino alle corti di importanti sovrani europei. I servizi di questa “oasi di salute e relax” sono stati utilizzati da personaggi storici come Maria Luigia moglie dell’Imperatore francese Napoleone I, lo Zar russo Alessandro I, l’Imperatrice Elisabetta (nota come Sissi) moglie di Francesco Giuseppe I, e altri nobili europei di primo piano.
Grazie a posizione, microclima, acque minerali e lo scenario naturale della pittoresca vallata circondata dai boschi, il centro dispone di tutte le condizioni per fornire un trattamento adeguato per i disturbi del sistema respiratorio e circolatorio, dell’apparato digerente e i disturbi derivanti da affaticamento fisico e mentale. Le acque minerali naturali che sgorgano qui sono per composizione tra le più importanti acque minerali in Europa. Le sorgenti di Bardejov sono classificate come idrocarboniche, con cloruro, sodio, carbonio ipotonico con mineralizzazione media e sono relativamente ricche di acido borico. La località termale ospita un museo all’aperto di architettura popolare (Skanzen).

 

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Foto kupele-bj.sk   

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Foto kupele-bj.sk   

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Foto bardejovske-kupele.sk   

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Foto Juraj Mačák cc-by-nd 3.0   

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Foto Juraj Mačák cc-by-nd 3.0  

 


Info

Turisticko-informačná kancelária (Ufficio turistico di) Bardejov
Radničné námestie 21
085 01 Bardejov
Tel.: +421 (0) 54/ 474 40 03
E-mail: info@tik-bardejov.sk
Web: http://www.tik-bardejov.sk.

 

Panorama:


Bardejov – Church of St. Egidius & former town hall #1


Bardejov – The Parish Church of St. Egidius and former city hall #2

 

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