Cervený Kláštor, là dove i frati volano e le zattere scendono nelle gole del Dunajec (foto e video)

Il Monastero Rosso (Cervený Kláštor, distretto di Kežmarok, regione turistica Spiš settentrionale (Severný Spiš), prende il nome dal colore delle lastre usate per edificarne il tetto. È situato alla confluenza del torrente Lipník con il fiume Dunajec, al confine di Stato con la Polonia, nord-est della regione Alti Tatra, poco fuori il villaggio omonimo a 465 metri di altitudine. Attraversando il ponte pendonale sul fiume Dunajec si giunge in Polonia (villaggio di Sromowce Niżne), e si accede alla riserva naturale nazionale dei monti Pieniny, cosi come dalla parte slovacca si può accedere alla riserva naturale Malé Pieniny (Piccoli Pieniny) e al Parco nazionale Pieniny (Pieninský národný park – PIENAP).

La storia del paese Cervený Kláštor, oggi popolato da 220 abitanti, è strettamente legata al convento, fondato ad est del villaggio nel 1319 dal Maestro Kokoš di Brezovica insieme ad altri cinque come punizione per un omicidio da lui commesso. La struttura era inizialmente in legno, rimpiazzata successivamente in mattoni e pietra. Kakas donò all’Ordine certosino anche la terra sulla quale fu costruito. Il monastero subì diverse vicende nella sua storia, fu occupato e saccheggiato dagli Ussiti nel 1431 e nel 1433, e fu duramente colpito dalla battaglia di Mohács nel 1515. Nel 1545 i cavalieri di Czorsztyn attaccarono il monastero e i monaci fuggirono in Polonia attraversando il fiume Dunajec. Il monastero fu soppresso durante la Riforma nel 1563, divenendo residenza privata di nobili ricchi.

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Nel 1699 fu acquistato da Ladislav Matasovsky, vescovo di Nitra, che lo donò all’Ordine dei camaldolesi (Ordo Camaldulensis) che qui si stabilirono nel 1711. La Certosa fu edificata in quegli anni, sotto il regno d’Ungheria guidato dagli Asburgo. Secolarizzato nel 1782 durante la campagna contro gli ordini monastici voluta dall’imperatore Giuseppe II, cosa che portò alla vendita della sua biblioteca a Budapest, il convento nel 1820 fu concesso da Francesco Giuseppe I alla diocesi greco-cattolica di Presov. Nel 1907 un incendio danneggiò pesantemente il monastero, e altri danni vennero nel corso della seconda guerra mondiale. Durante l’era comunista, a partire dal 1952, il complesso fu recuperato dallo Stato e messo a disposizione del pubblico. Nel 1970 fu dichiarato monumento nazionale. Successivamente altri restauri misero in sicurezza la conservazione degli arredi della chiesa e di vari oggetti d’arte.

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All’interno del complesso si può visitare la chiesa in stile gotico dedicata a Sv. Anton, con una navata insolitamente lunga e ristrutturata in stile barocco. Visitare il piccolo ma ben organizzato museo fa comprendere com’era la vita interna al monasero e attorno ad esso. Continuando la visita a nord della chiesa, si accede ai siti monastici dove frate Cipriano (mních Cyprián), divenne famoso per la conoscenza delle erbe mediciali. Frate Cipriano (1724-1775, vero nome Franz Ignatz Jäschke), oltre ad essere stato un esperto in medicina, botanica, farmacia e alchimia, lo era anche in meccanica e cosmologia, ed è noto per la leggenda “del frate volante”, che lo vede protagonista come costruttore di un aliante con il quale, sembra, volò dalla collina delle Tre Corone sopra il fiume Dunajec. È possibile che Cipriano sia venuto a conoscenza dei progetti di Leonardo da Vinci sul volo, avendo vissuto anche in Italia (la storia ha ispirato un recente film slovacco). Egli non è però riconosciuto per la sua prodigiosa e coraggiosa azione pionieristica, al contrario: la Chiesa lo accusò di stregoneria, gli fu proibito di volare e “il primo aliante del mondo” venne bruciato nel giardino del Monastero Rosso (fonte pamiatky.sk). Il primato di “aviatore” nel mondo fu riconosciuto soltanto un secolo dopo al francese Jean Marie Le Brise, che nel 1856 fece il suo primo volo con un aliante di sua invenzione – una macchina da volo simile ad una barca munita di ali.

Di fronte all’ingresso del monastero c’è il parco di Pieninské lipy dichiarato area protetta nel 1972. Protegge 19 alberi antichi e preziose felci. Costeggiando il fiume in direzione Cervený Kláštor si giunge al ponte pedonale e in 4 passi si giunge in Polonia.

Ottima area per il trekking e per fare un giro in zattera sul Dunajec.

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Lo scrittore italiano Claudio Piras vi ha ambientato il suo secondo romanzo, intitolato Il Convento Rosso.

(Ettore Ornaghi)


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Video: Červený Kláštor

Video: nelle gole del Dunajec – in bici, a piedi, in zattera

Video: rafting sulle rapide del Dunajec

Video: la regione turistica Zamagurie, i monti Pieniny e il Dunajec