La Slovacchia candida all’Unesco la frontiera dell’Impero Romano

Il comitato slovacco per l’Unesco ha presentato una nuova candidatura della Slovacchia per l’inserimento tra i siti del patrimonio mondiale dell’Unesco. Si tratta di un progetto congiunto transfrontaliero che coinvolge anche Germania, Austria e Ungheria. La candidatura comune è quella del Limes Danubiano, l’ex confine settentrionale e nord-orientale dell’Impero Romano, che comprendeva centinaia di fortezze militari, torri di avvistamento e insediamenti civili su un itinerario di ben 1.500 chilometri. Le opere di questa frontiera fortificata, i cui resti si trovano ancora in discrete – a volte ottime – condizioni sono tuttavia a rischio per la continua crescita dello sviluppo urbano e necessitano secondo i promotori di una protezione per la conservazione futura. Le opere difensive della frontiera, stabilite sulla riva meridionale del fiume, dimostrano l’estrema evoluzione tecnica e culturale dell’Impero Romano, dicono i promotori, anche se purtroppo il 50% delle opere è già andato distrutto nei secoli passati.


Il museo di Gerulata a Bratislava

La candidatura congiunta, un corposo dossier di 2.300 pagine, è stata presentata all’Unesco a Parigi il 1° febbraio, dando inizio al processo di valutazione, che durerà non più di 18 mesi. La decisione del Comitato per la tutela del patrimonio mondiale dell’Unesco è attesa per l’estate 2019. Nella candidatura sono esposte le descrizioni di 98 monumenti lungo il confine che seguiva il percorso fluviale del Danubio, da Bad Gögging in Germania fino a Kölked, al confine tra Ungheria e Croazia. Tra i siti slovacchi, che sono parte del tratto “pannonico” del Limes Danubiano, vi sono i campi militari romani di Gerulata, a Bratislava, e Celemantia (in Slovacchia nota come Kelemantia), nel villaggio di Iža vicino a Komárno, nel sud della Slovacchia, entrambi risalenti all’ultima parte del IV secolo dopo Cristo.

Il sito “Frontiers of the Roman Empire”, che complessivamente ha una estensione di più di 5.000 chilometri tra l’Atlantico, la Gran Bretagna e giù fino al Mar Nero, e di cui è parte il progetto “Limes Danubiano”, ha già visto il riconoscimento Unesco della parte inglese, il famoso Vallo di Adriano, risalente alla seconda metà del II secolo avanti Cristo. Ma diversi paesi hanno presentato in passato le candidature di altri tratti nazionali della frontiera romana (Croazia, Olanda, Serbia, Bulgaria). Quello del Limes Danubiano è il primo tentativo di candidatura congiunta sovranazionale che coinvolge ben quattro nazioni.

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