Partita in sordina nei giorni scorsi, la kermesse della fotografia novembrina conosciuta con il brand “Month of Photography”, che rappresenta una rete di festival in capitali di tutta Europa (tra cui Berlino, Vienna e Parigi), entra nel vivo da oggi fino a sabato con decine di vernissage e incontri, per specialisti e non, in diverse gallerie e musei della capitale slovacca.
Delle trentuno mostre personali e collettive con opere di fotografi da 20 paesi che compongono la rassegna slovacca del 2013, la numero XXIII della serie, gli appuntamenti più interessanti sono forse quelli con la mostra della messicana Graciela Iturbide “Fiesta and death”, una delle personalità oggi più importanti del mondo della fotografia e vincitore del premio Hasselblad (il “Nobel fotografico”), e, per la prima volta in Slovacchia, le immagini premiate al Sony World Photography Awards, che offrono uno spaccato dello “stato dell’arte” nei vari generi fotografici, dall’attualità al ritratto, dallo sport alla natura. Poi, personalmente consiglio di vedere l’omaggio a Tibor Huszar, grande fotografo documentarista slovacco scomparso poche settimane fa, gli esperimenti sul corpo (il suo) del coreano Youngho Kang), e lo splendido lavoro del polacco Rafal Milach.
Il festival 2013 apre una delle sue finestre di primo piano anche sulla “noble print”, la tecnica di stampa fotografica in vigore nel XIX secolo, che acquisiscono una particolare attrazione nel diluvio della produzione digitale odierna. Nella mostra “Zrkadlo s pamäťou” (Mirror with a memory) vengono esposti dagherrotipi originali slovacchi di ritrattistica degli anni 1840-1850, ma anche ferrotipi di Vladimir Židlicky (Repubblica Ceca) e stampe al palladio/gomma bicromata dal lavoro di Anna Strickland (Usa), una tecnica alla quale è dedicato anche un workshop. Altro tema principale, una mostra slovacca sul rapporto tra fotografia e società negli anni ’50 del secolo scorso, nel momento più duro della dittatura comunista.
Maggiori informazioni, programma, eventi: www.mesiacfotografie.sk.
