Museo del comunismo, apertura ufficiale il 25 marzo 2013

Dopo un periodo di funzionamento sperimentale, il Museo dei crimini e delle vittime del comunismo viene ufficialmente inaugurato il 25 marzo, il giorno in cui in Slovacchia si va a commemorare il 25° anniversario della manifestazione delle candele (sviečková demonštrácia), l’evento che dette inizio alle proteste contro il regime in Cecoslovacchia nel 1988, che poi sfociarono nella Rivoluzione di Velluto del novembre dell’anno successivo.. Frantisek Neupauer, capo dell’associazione Eroi invisibili (Nenápadní hrdinovia), ha detto che il museo è in fase di rodaggio da novembre 2012 ed è ancora alla ricerca di sostenitori che possano permettere di assumere almeno un dipendente a tempo pieno. Per il momento, il museo «esiste grazie al lavoro dei volontari», ha detto Neupauer. Il museo, che si trova  nei locali dell’Università della Salute e del Lavoro sociale Santa Elisabetta all’indirizzo Namestie Slobody 3 (Piazza della Libertà – anche questo un fatto assai simbolico), è attualmente aperto solo il giovedì tra le 09:00 e le 15:00.

Vorremmo che il nostro museo dia la possibilità ai giovani di incontrare gli ex prigionieri politici, e siamo interessati a registrare il punto di vista di chi ha vissuto al tempo della repressione, ha detto Neupauer, spiegando che l’obiettivo è di far sì che queste storie siano ascoltate. Già oggi sono state raccolte 80 storie di altrettanti “eroi silenziosi”, da parte di 200 giovani.

La Dimostrazione delle candele, che si tenne su Hviezdoslavovo Namestie a Bratislava nel 1988, fu organizzata dalla Chiesa cattolica a sostegno di una maggiore libertà religiosa e dei diritti umani. L’evento, che fu interrotto dalla polizia con cannoni ad acqua, è considerato da molti storici come la scintilla d’avvio delle proteste che poi portarono alla caduta del regime.

Il museo aveva aperto in sordina alla vigilia di un’altra ricorrenza legata alla dissidenza ai tempi del comunismo, il 16 novembre, giorno precedente alla Rivoluzione di Velluto del 1989. Lo scopo del museo e dei suoi fondatori è in particolare il destino dei 70 mila prigionieri politici e le altre vittime del regime comunista, che sono poi stati riabilitati dopo il 1989. Partner principale del progetto è la Confederazione dei prigionieri politici della Slovacchia. Oltre a mostre sul comunismo e la caduta del muro di Berlino, e oggetti di ex prigionieri politici, in futuro si dovrebbero poter visitare mostre dedicate anche ad altri regimi – comunisti e non – che hanno perpetrato genocidi e omicidi di massa in nome di qualche ideologia, anche da paesi lontani come Ruanda, Cambogia, Bosnia e Sud Sudan, paesi nei quali operano missionari slovacchi. L’associazione ha già portato in Slovacchia «una mostra sul muro di Berlino, che è stata vista da circa 15.000 studenti direttamente nelle scuole», ha detto Neupauer.

L’idea del museo, che è stata concepita insieme a organizzazioni cristiane, era stata sostenuta anche dal precedente governo di centrodestra di Iveta Radicova. Una volta caduto il suo governo nell’autunno 2011, e salito al potere il nuovo governo socialdemocratico, il Ministero della Cultura, che doveva occuparsene con l’Istituto per la memoria nazionale (UPN) ha cancellato il progetto di un museo nazionale adducendo problemi di budget dovuti alla manovra di consolidamento delle finanze pubbliche. L’associazione Eroi silenziosi ha quindi trovato una soluzione nell’affitto per cinque anni di locali nel sottotetto di un palazzo dell’università di Santa Elisabetta per il prezzo simbolico di 1 euro all’anno, rendendo così possibile l’idea di inaugurare ufficialmente il museo per il 25° anniversario della manifestazione delle candele.

Museo dei crimini e delle vittime del comunismo / Múzeum zločinov a obetí komunizmu, Námestie slobody 3, Bratislava. Web: www.muzeumkomunizmu.sk. Altre info sull’associazione al sito www.november89.eu. Vedi mappa.

(Fonte buongiornoslovacchia.sk)